GIOCHI PARALIMPICI PARIGI 2024, GIORNO 5: PIOGGIA DI MEDAGLIE PER L'ITALIA

Si è aperta con la medaglia d'argento di Veronica Yoko Plebani nel triathlon la quinta giornata dei Giochi Paralimpici Parigi 2024. L'azzurra, già bronzo nella specialità a Tokyo 2020, ha chiuso la gara in 1:15.37, preceduta dall'americana Haley Danz (oro 1:14.31) e seguita dall'altra atleta Usa Allysa Serly (bronzo con 1:16.33).

"Con un percorso così duro non pensavo fosse possibile arrivare a questo risultato. Non lo so, non lo sto capendo, giuro. A Tokyo l'ho realizzato nel momento in cui l'ho fatto, adesso non ci posso credere di aver preso una medaglia così. Sono emozionatissima". È al settimo cielo Veronica Yoko Plebani al termine della gara di triathlon PTS2 femminile ai Giochi paralimpici di Parigi 2024, che l'ha vista portare a casa la medaglia d'argento.

"La gara è stata durissima, ma io mi sono veramente sorpresa di me stessa. Sono stata solidissima in tutte le tre fazioni. Non lo so, è veramente incredibile", ha raccontato l'azzurra nella zona mista sul Pont Alexandre III. "Assolutamente non pensavo di poterlo fare, ho dei problemi a credere in me stessa ma quest'anno ho imparato anche questo e in gara ci ho creduto tantissimo. E poi avere i miei amici, tutti, che hanno fatto il tifo tutto il tempo...".

Erano almeno in ottanta gli amici di Veronica arrivati fino a Parigi per assistere alla sua gara dagli spalti: "È stata una doccia d'amore incredibile. Anche a Tokyo c'era un po' di tifo, ma vedere le facce amiche è tutto, avevo veramente una folla incredibile. Mi ha motivato tantissimo". Sull'avvicinamento alle Paralimpiadi, Plebani ha spiegato che "gli ultimi tre anni sono stati difficilissimi per me. L'anno scorso pensavo di smettere, ora sono qui a fare questa gara e ottenere questo risultato. Non lo so, non ci sto credendo e finché non mi metteranno la medaglia addosso non penso che lo capirò".

Cosa dobbiamo aspettarci adesso da Veronica Yoko Plebani? "Di tutto. Sicuramente questa è stata la mia ultima gara di triathlon, quindi sono all'avventura a cercare tutte le attività, cose nuove da provare, esperienze nuove. Ho proprio voglia di vivere". Un messaggio potente, quello dell'atleta azzurra: "Il significato di questa medaglia è che l'amicizia è tutto. I miei amici sono stati incredibili negli ultimi anni. Mi hanno supportata tantissimo. Sono stati veramente anni duri, però all'inizio di quest'anno mi sono convinta di potercela fare. Ho abbandonato ciò che non mi faceva star bene. È difficile assolutamente trovare l'ambiente giusto, ma è vitale per crescere, per rifiorire".

Ancora un argento dal triathlon, grazie alla coppia formata da Francesca Tarantello e da Silvia Visaggi nella PTVI femminile. Tarantello, al suo esordio in una Paralimpiade, ha chiuso la gara in 1:06.43, alle spalle della sola spagnola Susana Rodriguez, oro in 1:04.19, e precedendo la tedesca Anja Renner, bronzo in 1:08.21. Nella stessa gara, ottava la coppia formata da Anna Barbaro e Charlotte Bonin (1:12.01).

La prima medaglia del tiro con l'arco arriva grazie al mixed team, nel W1. È di bronzo. E la ottengono Daila Dameno e Paolo Tonon, protagonisti di una finale per il terzo posto destinata a rimanere impressa nella memoria del tiro con l’arco azzurro. Perché si concretizza al termine di una rimonta clamorosa (recuperati 8 punti nelle ultime due volée). E, soprattutto, perché è la numero 32 nella storia di una Nazionale italiana che, sul podio, sale dalla notte dei tempi: ovvero, da Los Angeles 1984.

“È un’emozione grandissima - commenta Daila Dameno, ai microfoni Rai -. Volevamo assolutamente questa medaglia: senza “se” e senza “ma”. Doveva essere nostra. E così è stato. Averla ottenuta in così poco tempo, da quando tiro con l’arco, è un’ulteriore soddisfazione”. La gioia è incontenibile: “Considero questa la mia più bella medaglia di sempre”. Anche Tonon, dopo il quarto posto nell’individuale, è raggiante: “Ero ancora stanco da ieri, ma volevo riprendermi ciò che la sfortuna mi aveva tolto. Io e Daila non siamo una coppia consolidata, però sapevo che potevamo fare bene. Una volta persa la semifinale, è subentrata un po’ la paura della domenica. Ma abbiamo tenuto duro, senza mai mollare”. Il polsino scucito della prova individuale è uno dei simboli di questi Giochi azzurri: “Siamo riusciti a rattopparlo - sorride Paolo - grazie ai tecnici del villaggio. E oggi è andato tutto per il meglio”. Il vento della buona sorte ha finalmente soffiato nelle vele italiane: “In questi contesti - prosegue Dameno - è necessario rimanere sempre sul pezzo, concentratissimi, evitando di farsi prendere dall’ansia o da altri pensieri. Io, per esempio, ho fatto un 6 e potevo andare nel panico. Ma non è accaduto. Siamo stati bravi a rimanere connessi fino alla fine”. Paolo e Daila si conoscono da due anni: “Abbiamo ottenuto una bella vittoria di squadra. E di tutti: anche del nostro tecnico”. La terza “vita sportiva” dell’atleta originaria di Magenta non poteva iniziare meglio: “Ho “toppato” nell’individuale e desideravo riscattarmi. Dedico il terzo posto alla mia cagnolona Viola, morta lo scorso mese di agosto». Per quanto riguarda Tonon, pur essendo all’esordio ai Giochi paralimpici, si è sempre piazzato fra i primi quattro: “Non me lo aspettavo, anche sono partito da casa con grande fiducia. Ho lavorato molto, negli ultimi due mesi mi sono allenato al meglio. Mi sentivo preparato e determinato. Ma da qui ad arrivare in fondo sia nell’individuale, sia nel mixed team, ne passa”. Le sensazioni positive erano emerse già nelle qualifiche: “Ci credevo - aggiunge l’arciere veneto - e ce l’ho messa tutta. Dediche? In primis ai miei genitori, alla mia famiglia, ai tanti amici che erano qui a Parigi, ai miei compaesani di Orsago, in provincia di Treviso, al mio allenatore Ezio Luvisetto, a Fabio Fuchsova, allo staff. E, in generale, a chi ha sempre creduto in me”. Dameno si gode il successo, ma la parola “sazietà” è bandita dal suo vocabolario: “Nella prossima stagione ci saranno i Mondiali in Corea. E piano, piano ci avvicineremo alle Paralimpiadi di Losa Angeles, nel 2028, con l’obiettivo di vincere le medaglie. Sì, al plurale: non una sola”. Per chiudere, l’atto d’amore di Paolo nei confronti del tiro con l’arco: “Uno sport pazzesco, in cui devi essere una macchina. E perfetto: sia mentalmente, sia fisicamente”.

Nel nuoto, Federico Bicelli ha vinto i 400 stile libero S7 maschili. Il 24enne bresciano delle Fiamme azzurre ha vinto in 4:38.70, precedendo l’ucraino Andrii Trusov argento in 4:40.17 e l’argentino Inaki Basiloff bronzo in 4:40.27.

“Abbiamo lavorato veramente tanto e duramente su questa gara, e sapevo di doverla fare così. Ho fatto un primo 200 abbastanza mantenuto, il secondo 200 ho dato veramente l’anima. Arrivare alla prima medaglia paralimpica individuale con un oro è favoloso. Lo avevo sognato, anche un argento o un bronzo, in questa gara nella quale ho dato davvero tanto. In questi giorni mi sentivo davvero bene sinceramente, e al 300 mi sono detto: ‘Adesso posso farcela davvero’ e ho dato tutto”. Lo ha detto Federico Bicelli che ha vinto i 400 stile libero S7 ai Giochi Paralimpici di Parigi2024. “Vincere così contro Trusov, poi, che le vince sempre è stato davvero bello”, ha aggiunto l’azzurro. “Tra le prossime gare, i 100 dorso me l’aspetto bello, mi è sempre piaciuta, fin dagli Europei giovanili, e spero comunque di arrivare a podio”, ha concluso Bicelli.

Quindi è stata la volta di Giulia Terzi, bronzo nei 400 stile libero S7 femminili. Terzi ha chiuso con un tempo di 5:12.61 la gara alla Paris La Defense Arena, alle spalle delle due americane Morgan Stickney, oro in 4:53.88 (nuovo record paralimpico), e McKenzie Coan, bronzo in 5:10.34.

“Stefano (Raimondi, ndr) ha fatto due gare strepitose e mi ha dato una carica pazzesca. Volevo questa medaglia a tutti i costi”. Lo ha detto Giulia Terzi, medaglia di bronzo nei 400m stile libero S7 ai Giochi paralimpici di Parigi 2024. “L’argento secondo me era alla portata, ma due 400 in un giorno, con i deficit di forza che ho, li ho sentiti, soprattutto perchè io nelle gare internazionali ho sempre fatto finale diretta, quindi è stata un po’ un’esperienza nuova, anche perchè ho ripreso ad allenarmi ad aprile”, ha aggiunto l’azzurra, tornata ad allenarsi dopo la nascita di Edoardo nel febbraio scorso. “Sono venuta qui per questo e ce l’ho fatta, non me lo dico mai ma credo di essere stata brava. E lo dico ai miei allenatori che ci hanno creduto più di me. - ha concluso - Un pezzo di medaglia è per la mia famiglia, che ci ha tenuto Edoardo mentre io e Stefano ci allenavamo. Senza di loro non ce l’avrei fatta, e poi i miei allenatori hanno studiato una preparazione su misura. Ho sentito il calore di tante ppersone oggi, ero agitata e avevo tanta pressione. La volevo e volevo regalare la mascotte a Edoardo!”.

Simone Barlaam bissa il successo di Tokyo conquistando l’oro nei 50 stile libero S9 e centrando il nuovo record del mondo in 23.90. L’azzurro conquista così la terza medaglia del nuoto azzurro di giornata, la seconda d’oro. Argento per Denis Tarasov (Neutral Paralympic Athletes) in 25.15, bronzo per il norvegese Fredrik Solberg in 25.33.

“Per me era questo il modo giusto, fare questo record qui, così, davanti alla mia famiglia, a tutte le persone che sono venute a vedermi, a questo pubblico.

L’atmosfera è completamente diversa ovviamente rispetto a tre anni fa, è incredibile. Adesso mi godrò questa premiazione e poi testa alle altre gare”. La gioia dell’oro e del record mondiale è stampata sul volto di Simone Barlaam, che ha vinto i 50 stile libero S9 a Parigi. “Questa Paralimpiade è iniziata molto meglio del passato. Questa di oggi ovviamente era una gara a cui tenevo molto e speravo di farla così. È stato veramente incredibile”, ha aggiunto Barlaam. “Dedico questa medaglia a tutta la mia famiglia e a tutte le persone che sono qui a vedermi, in questo palazzetto, dopo li cercherò uno a uno per abbracciarli", ha concluso l'azzurro.

Carlotta Gilli è medaglia di bronzo nei 50m stile libero S13 ai Giochi paralimpici di Parigi 2024. L’azzurra ha conquistato la quarta medaglia in quattro gare, con il tempo di 27.60 alla Paris La Defense Arena. L'oro è andato alla brasiliana Maria Carolina Gomes Santiago (26.75), l'argento alla statunitense Gia Pergolini (27.51).

“Sono contenta, quattro medaglie in quattro gare, non potevo sperare di meglio. In questa gara l’obiettivo era questo, anzi stamattina era entrare in finale, perchè non era per nulla scontato. Non che lo sia nelle altre, ma in questa era particolarmente tosta, eravamo veramente tutte molto vicine. Ho pensato a godermi questa finale perché è una gara che mi piace tanto, e sono contenta”. Lo ha detto Carlotta Gilli in zona mista, dopo IL bronzo nei 50m stile libero S13 ai Giochi paralimpici di Parigi 2024. E domani è pronta a gareggiare ancora alla Paris La Defense Arena. “Domani ho i 200 misti, una gara diversa, vediamo domani mattina che sensazioni ho con le batterie e cerchiamo di qualificarci, poi vedremo”, ha concluso.

Manuel Bortuzzo ottiene il bronzo nei 100m rana maschili SB4 ai Giochi paralimpici di Parigi 2024. Bortuzzo ha chiuso con un tempo di 1:42.52 la gara alla Paris La Defense Arena. Oro l'atleta neutrale Dmitrii Cherniaev (1:32.20), argento il greco Antonios Tsapatakis (1:36.16).

“Ero qui per questo. Ci speravo tanto, non so nemmeno io quanto ci credevo, non volevo illudermi forse. Questo bronzo è come un oro, perché con l’allenamento di adesso i primi due fanno un altro sport rispetto a me, ci vorranno almeno quattro anni per arrivare a essere come loro. Quindi con la consapevolezza che loro due stavano lì, rimaneva il terzo posto che per me è davvero come un oro. Un debutto così alla Paralimpiade è fantastico”. Lo ha detto Manuel Bortuzzo, medaglia di bronzo nei 100m rana maschili SB4, al suo debutto a una Paralimpiade. “Questo è sicuramente un punto di partenza. C’è tutta la motivazione per andare avanti altri quattro anni. Almeno sapere di poter partire per poter iniziare a giocarci un oro”, ha detto ancora Bortuzzo. “Sono felice di aver ricordato a tutti di essere prima di tutto un atleta, perché questo può dare una ventata di aria nuova alla mia immagine. Ho dimostrato che posso valere come atleta”, ha concluso.

Giulia Ghiretti è medaglia d'oro nei 100m rana SB4 ai Giochi paralimpici di Parigi 2024. Ghiretti ha chiuso con un tempo di 1:50.21 la gara alla Paris La Defense Arena, battendo di 4 centesimi l'ungherese Fanni Illes, argento con un tempo di 1:50.25. Medaglia di bronzo alla cinese Jiao Cheng, con 1:51.70.

“Sono felicissima, non capisco nulla. Sapevo che a Rio e a Tokyo non potevo fare meglio dell’argento. Qui, invece, sapevo che l’oro era a portata di mano, e sono riuscita a cogliere l’occasione. È qualcosa di unico, perché vincere una medaglia alle Paralimpiadi è bellissimo!”. Così Giulia Ghiretti, in zona mista, dopo aver vinto la medaglia d'oro nei 100m rana SB4 ai Giochi paralimpici di Parigi 2024. “All’inizio non riuscivo nemmeno a piangere, ma è sempre una gara molto bella ed emozionante”, ha aggiunto l’azzurra. Per lei, da Parma sono arrivate tantissime persone. “Circa un’ottantina di persone - ha detto commossa la 30enne delle Fiamme Oro - è il regalo più grande che mi hanno fatto loro, io forse glielo ho restituito così. È come averli coinvolti in questo mio percorso, ed essere qui con loro è bellissimo. Non pensavo venissero così in tanti!”. Ghiretti è stata una delle prime atlete paralimpiche a entrare in un Gruppo Sportivo. "Qualcosa è cambiato, il presidente Pancalli ci ha lavorato tantissimo, e lo scorso anno per la prima volta in 14 siamo entrati nelle Fiamme Oro. È veramente un passo culturale importante”, ha concluso.

Nell'atletica, Maxcel Amo Manu è medaglia d'argento nei 100m maschili T64. Manu ha corso la gara regina per la sua categoria in 10.76 sulla pista dello Stade de France: l'oro è andato al costaricense Sherman Isidro Guity Guity, che con 10.65 ha stabilito il nuovo record paralimpico battendo il tempo registrato proprio dall'azzurro (10.69) nelle batterie di ieri sera. A completare il podio il tedesco Felix Streng con 10.77.

“Sinceramente parlando puntavo all’oro, ma purtroppo è andata così. Ad ogni modo è la prima Paralimpiade, quindi sono contento ed esco dallo stadio felice, anche perché dagli errori si impara tanto e cercherò di apprendere il più possibile da quello che ho commesso oggi.” Sul problema alla partenza aggiunge: “Credo sia stato causato dalla sudorazione. Mi sarei dovuto asciugare prima, ma nella tensione della gara volevo solo tagliare il traguardo il prima possibile. Per fortuna dopo c’è stata una buona rimonta in cui ho cercato di mettere il turbo anche se forse ormai era un po’ tardi. Penso però davvero di poter essere soddisfatto di me e adesso mi concentro sui 200, in cui darò tutto me stesso perché ora ho ancora più fame di vittoria.”

Per quanto riguarda gli altri italiani in gara, nel triathlon Giovanni Achenza ha concluso al quinto posto la gara di triathlon PTWC maschile ai Giochi paralimpici di Parigi 2024, con un tempo finale di 1:03.49. Squalificato invece l'altro azzurro in gara, Giuseppe Romele (che aveva concluso in 1:02.25).

A salire sul podio sono stati l'olandese Jetze Plat, medaglia d'oro con un tempo di 58.16, l'austriaco Florian Brungraber, argento con 59.25 e l'altro olandese Geert Schipper, bronzo con 1:00.20. Nella stessa gara, squalificato Giuseppe Romele. Nella PTS2 maschile, settimo Gianluca Valori con il tempo di 1:19.39.

"Poteva andare meglio. All'ultimo segmento il francese Noel, avendo una disabilità diversa dalla mia ed essendo molto più leggero, ha avuto la meglio con la carrozzina olimpica e quindi di conseguenza è riuscito a riprendermi. Le sensazioni però sono buone perché ho dato il massimo che potevo dare, e quindi di quello non mi devo lamentare e disperare. Certo, se fossi riuscito a prendere quel quarto posto...". Queste le parole di Giovanni Achenza, quinto nella gara di triathlon PTWC maschile ai Giochi paralimpici di Parigi 2024, nella zona mista sul traguardo di Pont Alexandre III.

Comunque, ha sottolineato Achenza, "il quinto posto va bene, ci prendiamo questo per il momento e poi più avanti si vedrà come sviluppare tutto il prosieguo della mia carriera sportiva". L'atleta sardo al momento non ha infatti ancora stabilito quale sarà il suo futuro: "Non lo so, o un ritiro o, a seconda di come vanno le cose, molto probabilmente proseguo e vado avanti e vediamo cosa riusciamo a fare ancora". Un pensiero anche ai prossimi Gioci? "Los Angeles è parecchio oltre, ma da quel punto di vista mi piacerebbe anche poter aiutare altri ragazzi a fare quello che ho fatto io finora, dando una mano da quel punto di vista".

Un passaggio involontario nella zona di cambio alla fine del primo in giro in handbike a causa di una moto della giuria troppo vicina, e Giuseppe Romele si è ritrovato squalificato nella gara di triathlon PTWC ai Giochi paralimpici di Parigi 2024.

"C'è stato un disguido in bici, con l'handbike, al primo giro. Sono arrivato dove c'era la transizione e personalmente non ho ben capito la direzione che dovevo prendere, visto anche il fastidio del terreno, molto vibrante", ha spiegato Romele nella zona mista allestita al traguardo su Pont Alexandre III. Il problema, ha sottolineato, "è che la moto della giuria che mi stava filmando era molto vicino a me e visto che dovevo mantenere la destra sono finito, erroremente, nella transizione. Poi lì non c'era nessuno a dirmi o a farmi capire la direzione, ma non è la prima volta che mi capita. Certo, non bisogna fare questi errori in una Paralimpiade, però adesso vediamo con i giudici cosa si può fare".

Romele era stato comunque autore di una performance di grande livello, che gli sarebbe valsa il quarto posto con un tempo di 1:02.25: "È stata una gara fantastica. Nel nuoto sono stato un po' chiuso i primi 30 metri con l'australiano Beveridge e con Kimura, ma comunque sono due nuotatori forti e ho deciso di fare 50 metri a tutta per riuscire a mettermi davanti, perché è stata proprio una botta di qua e una botta di là. Avevo paura che mi togliessero gli occhialini, anche perché poi non si vedeva nulla. Però sono uscito davanti".
Poi l'handbike: "In bici ho fatto una gran bella gara, nonostante l'errore e la situazione del terreno, che era così per tutti, credo di aver fatto una delle mie migliori performance. Anche Plat pensavo mi prendesse prima in realtà, non mi aspettavo di andare così davanti, sinceramente ho mantenuto a tutta quella che poteva essere la mia energia, non mi sono risparmiato in nulla e poi all'ingresso ho sbagliato, ho preso il penalty e l'ho scontato con la wheelchair. Mi sono fermato al secondo giro, ho scontato i 10 secondi, sono ripartito e poi ho chiuso. È stata veramente una gara che spero di ripetere ancora, un giorno".

Ora, testa alle Paralimpiadi invernali con lo sci nordico e poi a Los Angeles, ancora con il triathlon: "Con il triathlon inizio la preparazione nel mese di aprile e finisco nel mese di ottobre. Quindi non ho neanche la possibilità al momento, in previsione di Milano Cortina, di prepararmi al 100% in questa disciplina. Ma sono sicuro che a Los Angeles potrò raddrizzare i capelli a qualcuno". In Cina, nei Giochi invernali di Pechino, "è stata veramente una guerra aperta in tutti i sensi. Però la differenza è che negli sport invernali hai più gare e qui hai una gara secca. Quindi qui veramente bisogna mettere tutti i tasselli al posto giusto".

Per le Paralimpiadi americane, stavolta, Romele avrà più tempo per prepararsi: "Dal 2026 al 2028 mi concentrerò solo sul triathlon, e forse a Los Angeles farò anche handbike con la crono e la gara in linea. Ma vedremo, un passettino alla volta".

Nel tiro con l'arco, Misto Cmpound, Eleonora Sarti e Matteo Bonacina terminano al quarto posto, ma senza rimpianti. I due azzurri perdono la semifinale 149-156 contro la Gran Bretagna (Grinham, Macqueen) che realizza il record paralimpico e poi a vincere l'oro contro l'Iran 155-151, mentre l'Italia nonostante una prestazione super si ferma al cospetto dell'India, che ha la meglio 155-156, grazie a un punto di riga controllato dal giudice di bersaglio con la lente d'ingrandimento.

“Non ho rimpianti. Anzi, ho vissuto uno dei pomeriggi più belli della mia vita - argomenta un’emozionatissima Eleonora Sarti davanti ai microfoni della Rai -. Finalmente è emerso il percorso che ho condotto in questi anni. Credetemi, sono felice. Ci credevo, ma non mi sarei mai aspettata di tirare con questa serenità e lucidità. E di divertirmi così tanto. Non mi era mai successo prima. E tiro dal 2013. La medaglia sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma sono fiera di questi Giochi”. La stessa fierezza emerge pure dalle parole, e dallo sguardo, di Matteo Bonacina: “La concorrenza è altissima, però abbiamo dimostrato che ci siamo anche noi. Sono orgoglioso della mia compagna, del nostro staff, di tutto il team. In più, era la prima volta che gareggiavo di fronte a un pubblico così numeroso e ritengo di aver gestito bene la situazione. La considero una grande vittoria. Uscire così un po’ brucia. E la strada da percorrere è ancora tanta. Ma è quella giusta. Concordo con Eleonora: nessun rimpianto. Grazie a tutti, compresi coloro che ci hanno seguito da casa: non mi sono mai sentito solo”. Considerato il livello, anche un quarto posto merita una dedica: “A me stessa - aggiunge Sarti - allo staff, alle persone a me vicine e al tecnico che era dietro di noi”. Ovvero, ad Antonio Tosco: “Ora dobbiamo diventare ancora più “mostri” dei nostri avversari”, sorride l’atleta di Cattolica. E un sorriso lo strappa pure Bonacina, compagno nella vita di tutti i giorni di Elisabetta Mijno: “Comincia domani? Era ora, così finalmente riposiamo noi. Scherzi a parte, sarò il primo a tifare e a sperare di gioire”.

Nell'atletica, eliminata in batteria l’altra azzurra in gara Arjola Dedaj che, dopo il quarto posto nel salto in lungo in apertura di manifestazione, finisce la propria prova sui 100 T11 all’undicesimo posto in 13.13: “È stata davvero una gara bruttissima e sono ulteriormente amareggiata per come è stata gestita la prova. In allenamento giravo sotto il personale quindi oggi ambivo alla semifinale, che invece non è arrivata. Da metà gara in poi ho avuto l'impressione di cadere a ogni passo e questo aumenta il rammarico perché vedere un tempo simile con quelle impressioni pessime sicuramente significa che la condizione prometteva un risultato migliore. Ad ogni modo sono contentissima di essere qui perché la Paralimpiade è il massimo a cui possa aspirare ogni atleta e arrivarci è la ciliegina sulla torta. I risultati poi incoronano ancora di più questa avventura. Per fare un bilancio della mia esperienza parigina, sicuramente il salto in lungo è stato una bella prova, però non nascondo che tenevo tantissimo anche alla corsa. Sapevo di avere un tempo migliore nelle gambe e quando non lo fai al momento giusto infastidisce perché non si può ripetere la gara.”

Valentina Petrillo abbassa di quasi mezzo secondo il proprio primato italiano nei 400 T12 terminando le sue fatiche in semifinale con il crono di 57.58, che tuttavia non le consente il passaggio di turno: “Sono un po’ delusa però ce l’ho messa tutta. Per entrare in finale sarei dovuta addirittura scendere sotto i 56 secondi e considerando che arrivavo da un 58.01 come personale sarebbe stato davvero arduo. Gli obiettivi però erano due: o la medaglia o migliorare il mio record. Il primo non è arrivato, ma il mio primato l’ho abbassato di 5 decimi quindi non posso che essere soddisfatta di questo, che è frutto di un grande lavoro fatto coi tecnici federali e quello personale. Mi sono mancati gli ultimi 30 metri, ma ci ho messo tutta me stessa riuscendo a mettere in pista una grande progressione rispetto al mattino, quindi va bene così anche se ci tenevo tantissimo ad andare in finale. Ora mi aspettano i 200 e mi sento pronta, forse anche di più che per i 400. Seguitemi come avete fatto, ho sentito tutto l’affetto e questo per me è importantissimo.”

Italia a quota 28 medaglie: 8 ori, 7 argenti, 13 bronzi